Nell’ambito delle neuroscienze applicate alla danza è stata realizzata una ricerca a cura della dottoressa Hanna Poikonen (Cognitive Brain Reserch Unit dell’Università di Helsinki) che ha mostrato interessanti risultati sullo sviluppo del cervello dei ballerini.
In particolare su alcuni processi che la danza genera nella corteccia del cervello umano.
Tutto ciò grazie ad una nuova tecnica elettroencefalografica.
Le neuroscienze nel corso degli anni hanno dimostrato che le aree del cervello profondo sono principalmente responsabili di emozioni, memoria ed interazioni sociali.
LA RICERCA
L’intento della Dottoressa Poikonen era di confrontare le funzioni cerebrali di tre diversi gruppi di persone – ballerini, musicisti professionisti e persone senza esperienza nella danza o nella musica – mostrando loro coreografie di danza e facendo ascoltare delle canzoni, che venivano cambiate in modo repentino.
Durante lo studio si è notato che l’attività cerebrale dei ballerini era diversa da quella dei musicisti e delle altre persone.
Soprattutto in tre specifiche situazioni:
- Cambiamento improvviso del genere musicale;
- Ascolto prolungato di musica;
- Performance di danza con audio.
Ne è emerso che il cervello dei ballerini è più reattivo.
Ovvero il cervello dei ballerini reagisce più velocemente ai cambiamenti musicali improvvisi, ancor prima che il ballerino ne sia consapevolmente cosciente.
“Un meccanismo che avviene a livello inconscio, come se fosse un riflesso” come afferma la Poikonen sulla sua ricerca.
Inoltre, il cervello dei ballerini mostrava una sincronizzazione più forte sulle basse frequenze theta, che sono legate ai processi di emozione e memoria.
Elementi “base dell’umanità”, del rapporto interpersonale e della coscienza di sé che nella danza si combinano in modo naturale.
Di conseguenza ballare regolarmente sembra influire sul modo in cui pensiamo ed interagiamo con l’altro.